Il pastore

Quando ero pendolare in uno dei miei ritorni a casa ero seduto, tranquillo al mio solito posto, a proposito sembra strano ma quasi tutti i viaggiatori pendolari preferiscono, quando è possibile, sedersi in un posto sempre uguale.

Non so perché: è così! E dato che il novanta percento dei viaggiatori è abbonato e come se avessimo i posti prenotati.

Stavo dicendo. Ero seduto tranquillo quanto, alla seconda fermata sale un signore, un tipo sulla sessantina grassoccio con la faccia simpatica e mi si siede accanto.

Ciao. È libero?

Ciao. Si si , che poi da chi dovrebbe essere occupato se non c’è nessuno.

Lui: io sono di un paese qui vicino.

Io: bene

Lui: e tu di dove sei?

Io: di Catanzaro

Lui: e che ci fai a Calopezzati

Io: niente! Ero già sul treno – poi per scongiurare un’altra domanda banale – sono di Catanzaro e per il momento vivo a Corigliano e lavoro a Crotone.

Lui: allora sei di Corigliano! Io c’ho n’azienda, ho trecento pecore. Io sto bene! Ho due appartamenti, la macchina, l’ape .

Io: buon per te.

Lui: sto andando in città a svagarmi un po', l’uomo ha bisogno di svagarsi un po' se no che se ne fa dei soldi.

Io: hai proprio ragione.

Nel frattempo si avvicina il controllore e ci chiede i biglietti, io faccio per prendere l’abbonamento ed il controllore con un cenno mi ferma, come per dire ti conosco, e rivolgendosi al vicino chiede: biglietto

Lui: non ho il biglietto.

Il controllore senza tanti complimenti: la devi finire di salire sempre senza biglietto! E basta! Sempre la stessa storia! La vuoi smettere di salire senza biglietto. Il treno è un servizio e si paga. Alla prossima scendi.

E si allontana verso altri viaggiatori

lui come se niente fosse, rivolto a me, continua: sai io ho trecento pecore, sono un bell’impegno, ma mo dopo tanti anni mi so preso un aiuto. Ho un rumeno che mi guarda le pecore ed io so libero di fare altre cose.

Intanto arriviamo a Cariati e prontamente arriva il controllore: scendi!

Lui: non gli hai chiesto il biglietto a nessuno! Tu ce l’hai con me! Sei venuto dritto da me, non è giusto .

Il controllore: devi scendere. se non lo fai blocco il treno e chiamo i carabinieri.

Lui si alza borbottando ed arrivato vicino la porta a voce alta: nessun di questa gente ha il biglietto ed io devo scendere.

Si gira, scende ed il treno riparte. il controllore, come per scusarsi dell’accaduto dice a tutti: questo è sempre così, che fosse salito una volta col biglietto.

È triste vedere una persona umiliata in questo modo.

Perché lo ha fatto? Perché ha avuto la necessita di dire a me, uno sconosciuto, la sua condizione sociale ed economica? Se non aveva i soldi non era più semplice andare dal controllore e dirgli la verità? Non penso che lo avrebbe fatto scendere.

Oppure, pensava davvero che era possibile farla franca con il biglietto, pochi euro, e quello che mi ha raccontato rispondeva a verità  e che il suo problema fosse solo l’avarizia? O si sentiva furbo a cercare di spillare un viaggio gratis.

Per certi tipi di persone è naturale, addirittura doveroso sfruttare gli altri e lo fanno a prescindere dalla somma o della necessità e non dipende dal lvoro ,dal ceto sociale o dal posto dove vivono

Se è cosi non oso immaginare lo stipendio del pastore rumeno.

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