Cicale

Quando ero pendolare in uno dei miei ritorni a casa stavo seduto al mio solito posto vicino il finestrino, tranquillo mi stavo preparando cellulare e cuffiette per ascoltare un po’ di musica ed entrare in quel limbo del dormiveglia che ti rilassa e ti fa perdere la cognizione del tempo.

Alla prima fermata sale un gruppetto di persone, perlopiù extracomunitari, il vagone era quasi vuoto, pensai “speriamo che nessuno venga a sedersi vicino a me”

Non perché non voglio stranieri vicino, e che , specialmente al ritorno, mi piace estraniarmi in silenzio possibilmente con nessuno vicino italiano o straniero, silenzioso o chiacchierone.

Davanti al gruppetto c’era un tizio di colore che lentamente mi si avvicinava.

 no dai non sederti qui, vai oltre, vai oltre ci sono tanti posti.

Ed invece mi guarda sorridendo con un cenno mi indico il sedile affianco al mio dicendo qualcosa di incomprensibile, ed io gli faccio cenno di sedersi.

Come sempre attesi un attimo e misi le cuffiette cercai di conquistare, con il gomito, il bracciolo comune ed inevitabilmente le nostre braccia entrarono in contatto.

La cosa non mi dava particolarmente fastidio, straniero o locale era uguale tanto non conoscevo nessuno dei due.

Cercai di rilassarmi, ascoltavo De Gregori, la donna cannone,

Ma cos’è sta puzza?

lentamente senza muovermi troppo guardai le suole delle mie scarpe: pulite.

Ma da dove viene? ma si è lui! oddio è insopportabile, che faccio? Spostarmi? non voglio urtare la sua sensibilità, capisce che lo faccio per lui e passare per un razzista è l’ultima cosa che voglio.

“Faccio finta di andare al bagno e poi al ritorno mi siedo altrove? Però ho lo zainetto”.

mi rassegno resto qui!

Mi alzai il bavero, per attutire l’odore, e chiusi gli occhi.

La donna cannone era finita ed io volando nei pensieri mi immaginai un dialogo fra me e lui.

-Ragazzo mio ma non ti fai una doccia? non ti lavi i vestiti? Puzzi!

-Ma tu sai da dove vengo? La notte scorsa ho dormito in stazione per terra su di un cartone. i bagni sono chiusi ho mangiato pochissimo e vuoi che mi importi se puzzo.

Son d’accordo con te. Ma io cosa ci posso fare, avrai tutte le ragioni del mondo ma puzzi!

Io vorrei tanto essere ben vestito, pulito e profumato, ma non lo posso essere perché mi trovo in un posto che non è il mio, dove c’è gente che non capisco che mi guarda male.

Io non volevo certo essere qua, volevo essere a casa mia con mia moglie ed i miei figli, ma il destino non lo ha voluto, e mi tocca sentire te che ti lamenti di me per una situazione per cui non ho risoluzione.

In effetti hai ragione, però il mio problema non cambia puzzi uguale, potresti spostarti di sedile cosi almeno risolvo il mio problema

Mentre faccio questi pensieri sento il vicino alzarsi salutare una persona ed andarsi a sedere vicino a lui.

Hai visto il ragazzo! io l’ho pensato e lui lo ha fatto.

Non passarono cinque minuti, fermata successiva , salgono delle persone ed uno dei tanti si avvicinò dicendomi: è libero, indicando il posto affianco a me. Ed io: prego.

Il nuovo compagno di viaggio iniziò: ho fame, non vedo l’ora di arrivare a casa, oggi mi faccio spaghetti con cicale.

Voleva chiacchierare, mi tolsi le cuffiette e gli dissi:

Buone le cicale di mare.

E lui, sorridendo, non cicale di mare, cicale dell’albero nel mio giardino, sono ottime.

Guardai il sedile davanti a me ed inavvertitamente dico a voce normale: oggi non è giornata!

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